Comunicare con un testo: perché non è facile farsi capire?
Marzo 1, 2016Le 10 competenze vincenti sul lavoro nel 2020
Giugno 1, 2016Un‘intervista al nostro Responsabile Formazione, Tommaso Foppa Pedretti pubblicata sul sito di AIF – Associazione Italiana Formatori
L‘innovazione tecnologica sta trasformando le relazioni umane, e il cambiamento è stato percepito anche all‘interno delle organizzazioni e delle aziende con cui collaboriamo. La formazione deve innovare metodi, strumenti e spazi al fine di valorizzare la persona in un contesto sempre più digitalizzato. Quali sono i principali cambiamenti da realizzare? Il cambiamento porta con sé elementi positivi? e quali?
Ignorare o contrastare l‘innovazione tecnologica non è mai una mossa vincente, soprattutto per un formatore che, se vuole rimanere coerente con il proprio ruolo, deve essere un ambasciatore di sviluppo e di cambiamento capace di leggere, interpretare e utilizzare tutto quello che il progresso gli mette a disposizione. Tuttavia, penso che non dobbiamo confondere il mezzo con il fine, lo strumento con il contenuto. La formazione deve adeguarsi alle nuove modalità di comunicazione, più che altro perché queste – largamente diffuse in ogni ambito della vita – stanno profondamente modificando la nostra capacità di inviare e ricevere un messaggio, ma senza farsi condizionare da queste nuove regole. Mi spiego: dirottare tutta la formazione sul canale informatico (piattaforme, webinar, streaming, ecc…) solo perché è più comodo, più economico, più diffusivo, oppure limitarsi a “sovrascrivere dei software” nei comportamenti delle persone solo perché più veloce, sarebbe un errore grossolano soprattutto quando un certo tipo di formazione, per funzionare, ha bisogno di sperimentazione, di tempo, di prossimità. Quando l‘oggetto del nostro lavoro più che l‘informazione è proprio la relazione, allora dobbiamo avere il coraggio di accompagnare i nostri clienti a ritrovare spazi, tempi e modalità in grado di favorirla e di alimentarla. Il cambiamento porta sempre con se‘ elementi positivi ma è necessario imparare a governarlo e non farsi trascinare nella sua corrente.
I sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di imparare prospettando nuove forme di vita, cioè entità sensienti di cui non possiamo prevedere, né tanto meno guidare, lo sviluppo. Come questo processo di rapido sviluppo tecnologico, che riguarda la produzione dell‘intelligenza collettiva si può legare a etica e valorizzazione della cultura nei processi organizzativi aziendali? In che modo la formazione può supportare la persona affinché possa contribuire all‘innovazione senza subirla passivamente?
Sviluppo ed etica, tecnologia e cultura, non costituiscono forze dalle spinte antitetiche, sono solo dimensioni che si muovono ad una differente velocità. Non si tratta di inseguire le une per abbandonare le altre bensì di unire gli opposti, esplorare gli antipodi. E‘ questa la grande sfida del nostro tempo che chiede modelli di pensiero – e non solo organizzativi o economici – che prima non c‘erano. La formazione può giocare un ruolo fondamentale nell‘aiutare l‘Uomo a conquistare una nuova consapevolezza sulla sua reale identità e, contemporaneamente, sulle sue immense potenzialità, riportando l‘attenzione sui valori, sulle motivazioni e non solo sugli strumenti.
Ieri hai detto domani. Oggi i giovani sono il futuro della nostra società, la crisi e la scarsità di investimenti rischiano di contrapporre la dimensione personale della realizzazione del sé a quella della competitività delle imprese e dei territori. In che maniera la formazione potrà far conciliare questi due estremi enfatizzando i valori strategici dell‘impresa con la valorizzazione della persona nella sua essenza? In che modo la formazione può costruire una situazione ideale in azienda generando entusiasmo e partecipazione?
E‘ proprio nelle situazioni di crisi che spesso si sviluppano le soluzioni migliori: la difficoltà può essere una condizione estremamente feconda se solo si smette di maledirla e di volerla fuggire e si comincia a guardarla, a sfidarla, con la necessità di vincere, realizzando una situazione migliore. I giovani potrebbero esprimere le proprie capacità anche in un mondo del lavoro decisamente più impenetrabile rispetto ad un tempo se solo fossero intimamente convinti di esserne il futuro; la formazione potrebbe sostenere e favorire il cambiamento anche a fronte di investimenti ridotti se solo fosse tenacemente convinta di esserne il motore.
Entusiasmo e partecipazione non si costruiscono in laboratorio ma sono “il frutto” di un desiderio o di un bisogno… E se domani vogliamo un raccolto abbondante, allora dobbiamo prenderci cura della pianta!
Saint-Exupery scriveva: “se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito“.
Fonte: http://associazioneitalianaformatori.it/tommaso-foppa-pedretti/